Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
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Comune di Trento
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Trento, 19 ottobre 2014 Come spesso accade, e pur essendo consigliera comunale a Trento, apprendo dai giornali le novità circa il nuovo progetto della Biblioteca Universitaria, affidato all'archistar Renzo Piano, dopo che è stato cassato in modo sbrigativo e un po' scorretto, quello dell'altra prestigiosa firma, Mario Botta. Le cifre che leggiamo, relative al nuovo progetto, non sono degne della sobrietà e sostenibilità economica tanto sbandierate allorché si è deciso di non dare più l'appoggio al progetto dell'architetto svizzero che tante opere prestigiose ha messo a punto in provincia (ricordo il Mart di Rovereto e la Facoltà di Giurisprudenza a Trento). Il suo progetto della Biblioteca Universitaria, consegnato ben 7 anni fa, fu liquidato lo scorso anno dopo una serie infinita di distinguo e richieste di modifiche, come quella sulla insufficiente “trasparenza sull’Adige” e sullo “spigolo” troppo puntuto della grande “pagina” che si affacciava su via Verdi, oggetto di tante disquisizioni; le polemiche si sono sprecate, a volte in modo davvero pretestuoso, su questa “cattedrale laica” che si interfacciava come un libro aperto sulla conoscenza e sul mondo. Ma per qualcuno in modo troppo provocatorio nei confronti dell'altro simbolo, religioso in questo caso, il Duomo. Ricordo anche, e mi viene da sorridere, le accuse circa la presenza di simboli massonici, evidenti nei tanti triangoli che caratterizzavano le sue forme! Fino ad arrivare allo stralcio dell’opera considerata troppo dispendiosa in tempi di ristrettezze economiche. E, naturalmente, questa considerazione ci può stare. Ma certo è che la riproposizione di una nuova Biblioteca, se pure a firma Piano, ottenuta riadattando una struttura che doveva nelle intenzioni ospitare un Centro congressi, per la modica cifra di 44 milioni di euro, non mi pare vada nella direzione del risparmio. Né tanto meno in quella di investire le risorse a nostra disposizione con un ordine di priorità che vada dritto alla sostanza dei bisogni della popolazione trentina: lavoro, sanità, scuola, edilizia abitativa, servizi alla persona. Certo anche cultura, certo anche università. Ma a questo punto mi chiedo perché non si sia proseguito sulla strada intrapresa con il progetto dell'architetto ticinese che, oltre a essere bellissimo, prevedeva una biblioteca “di vicinato”, localizzata dove adesso si trova il piazzale di San Severino, a due passi dalle facoltà e praticamente in centro storico. Apprendiamo che la nuova ipotesi si concretizzerà in un edificio di 7 piani, 9000 metri quadri con 500 postazioni e ospiterà 480 mila volumi. Sarà di cristallo, acciaio e pietra e raggiungibile a piedi in 15 minuti da via Verdi e dai sottopassi di via Monte Baldo, via Taramelli e via Perini, quando saranno costruiti. Io penso che sarà un corpo estraneo e lontano sia dalla vita universitaria che da quella culturale e sociale della città. Al limitare di quel “Deserto dei Tartari” che è purtroppo il quartiere delle Albere. E c'è da augurarsi che “la leggerezza e la luminosità”, ma soprattutto i “vuoti e i pieni” di cui parla Renzo Piano non corrispondano al vuoto desolante e inquietante di questa parte di città che forse avrebbe meritato destinazione più consona e meno dispendiosa. Non solo di risorse economiche ma anche, improprio, di territorio. Lucia Coppola |
LUCIA COPPOLA |
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